Premessa

Interpretare sciisticamente un pendio in fuori pista è, per molti, la massima espressione di abilità sciistica e un insieme di libertà d’azione, movimento, istinto e improvvisazione. Proprio il mix di tecnica, creatività e intuito che lo caratterizza, unito alla bellezza degli scenari in cui si pratica, hanno decretato negli ultimi anni il successo crescente del “freeride” (sci fuori pista).
La sua diffusione sempre più ampia ha portato alla decisione di comprendere questa disciplina nella progressione tecnico-didattica già consolidata, presentando l’approccio al freeride come alternativa-complemento allo sci in pista, per uno sciatore che abbia già acquisito le competenze del livello Bronzo e sappia quindi eseguire curve a sci paralleli.
La pratica del freeride è un ’esperienza entusiasmante e divertente, che consente allo sciatore di “vivere” la montagna con spirito d’avventura, senza esasperati tecnicismi e a stretto contatto con la natura. Ma questa filosofia di libertà, che accomuna il freeride a molti sport della nuova generazione, non deve indurre a trascurare i principi del buon senso e le norme di sicurezza. Chi sceglie di svolgere un’attività sportiva in ambienti montani non controllati deve avere la piena consapevolezza dei rischi che si possono correre: per praticare il freeride in sicurezza è quindi indispensabile saper valutare le proprie doti fisiche e tecniche e le caratteristiche ambientali (rischio valanghe, sciabilità della neve, ecc.), in modo da scegliere correttamente tattica e linea di discesa.
Il “rider” (sciatore) principiante si confronta soprattutto con situazioni di fuori pista semplice, ma è bene ricordare che anche a questo livello le caratteristiche del terreno sono una variabile capace di influenzare fortemente la tecnica: la rapida elaborazione delle sensazioni trasmesse dagli arti inferiori è dunque un requisito importante per arrivare a interpretare la discesa.
Il concetto di adattamento, non solo al terreno, ma anche alle situazioni e alle possibilità, è alla base del freeride: ogni rider deve poter sviluppare uno stile, una tecnica definita in base alle preferenze e alle sensazioni personali, agli equilibri, al proprio fisico e alla condizione mentale.
L’ obiettivo non è quello di far sciare ogni rider nello stesso modo, attraverso un tecnicismo esasperato, ma di dare alcuni consigli per effettuare una curva freeride, che ognuno può adottare e personalizzare in base alle proprie abilità tecniche, alle condizioni nivo-meteorologiche e ai materiali utilizzati, nel rispetto della natura e degli altri, con particolare attenzione per la sicurezza.

Obiettivo
Padroneggiare una curva “easy” (facile) freeride, abituandosi a controllare diversi archi di curva in condizioni di fuori pista semplice, con neve che consente un buon galleggiamento, ricercando costantemente un buon adattamento alle numerose variabili, che possono cambiare in modo repentino (pendio, tipo di neve, esposizione, dislivello, azione del vento, ecc.)

Abilità specifiche

A questo livello, è importante sviluppare la capacità di adattamento e gli accorgimenti tecnici necessari ad affrontare
le difficoltà proprie dello sci fuori pista, completamente differenti da quelli riscontrabili sciando su pendi battuti, anche difficili:
– Sprofondamento degli sci nella neve
– Percezione visiva dell’attrezzo ridotta e discontinua, a causa della neve sollevata durante l’avanzamento
– Superficie di scivolamento non omogenea
– Equilibrio e velocità di scorrimento variabili
– Aumento soggettivo della fatica
– Ambientamento a luoghi e situazioni diverse